Benvenute

Benvenute!

In questo Blog troverete dati utili sulle attività di formazione cristiana affidate alla Prelatura dell'Opus Dei e svolte prevalentemente nei Centri di Milano.
Cliccando su ognuna delle pagine, indicate nell’elenco a destra, troverete le informazioni relative ai Centri, il calendario mensile ed altri riferimenti utili.

lunedì 25 giugno 2012

Video S.Messa in Duomo in memoria di San Josemaría Escrivá de Balaguer

Memoria di San Josemaría Escrivá de Balaguer

Arcidiocesi di Milano

Memoria di San Josemaría Escrivá de Balaguer
Lev 19,1-2.17-18; Sal 111; 1Cor 9,16-19.22-23; Lc 5,1-11

Duomo di Milano, 22 giugno 2012

Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano

 




1. «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo» (Lettura, Lev 19,1-2). Le parole che il Signore rivolge a Mosè descrivono la verità profonda del nostro essere cristiani. Essa è contenuta in un termine, santità, di cui a volte la mentalità dominante non riesce nemmeno a intuire il significato. Anzi, in questi ultimi tempi le fragilità di non pochi cristiani, ministri del Signore compresi, sembrano letteralmente negare la possibilità che queste parole del Levitico si avverino. Siamo di fronte alla espressione di un pio desiderio o, nella migliore delle ipotesi, della nostalgia che abita il nostro cuore?
Con forza dobbiamo rispondere: no! Proprio perché il Signore, nostro Dio, è santo, possiamo riconoscere che la santità è la verità più profonda della nostra vita. Infatti, la Chiesa, nostra Madre e maestra, non cessa di ribadire questa profonda verità: si può contemplare il vero volto dell’uomo nel santo, il santo è veramente l’uomo riuscito.
Ma come possiamo riconoscere che la parola “santità” descrive chi siamo, e non solo chi dovremmo essere, se ogni giorno dobbiamo chiedere perdono per i nostri debiti con la preghiera del Padre Nostro, e se la recita del Santo Rosario ci fa ripetere con l’Ave Maria “prega per noi peccatori”?
Per rispondere a questo interrogativo, è necessario soffermarsi su uno dei cardini della vita cristiana. Si tratta di qualcosa che non sempre consideriamo o che troppo raramente portiamo a coscienza. Potremmo esprimerlo nel seguente modo: ciò che definisce il mio volto, chi sono io, è la vocazione; la vita stessa è vocazione.
Vivere significa essere stato chiamato dal Dio tre volte Santo a partecipare della Sua stessa Vita divina, cioè, ad essere santo come Lui è Santo. Si rende qui evidente che lo Spirito Santo accompagna e guida la Chiesa di Dio. Infatti, con la presenza e la vita di san Josemaría, lo Spirito ha indicato a tutti i fedeli l’universale vocazione alla santità (Lumen gentium V).

2. Il santo è l’uomo riuscito. Con altre parole lo abbiamo cantato nel Salmo: «Beato (felice) chi cammina alla presenza del Signore». È questa un’altra bella definizione di che cosa sia la vita cristiana: “camminare alla presenza del Signore”. Il cammino indica la vita, quella che vivono tutti gli uomini, la vita quotidiana, fatta di affetti, lavoro e riposo, come abbiamo avuto modo di ricordare durante le memorabili giornate del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Ma ciò che fa autentico il cammino della vita è proprio camminare alla presenza del Signore, cioè camminare col Signore presente, seguendoLo, lasciandosi guidare da Lui, consentendoGli di rialzarci ogni volta che cadiamo, permettendoGli di sorreggerci e addirittura di portarci sulle Sue spalle quando non riusciamo a proseguire.
Ecco perché la vita cristiana è grazia, cioè nasce e vive sempre come vocazione, e nello stesso tempo cresce e matura come gratitudine. Diceva in proposito san Josemaría: «Sii grato al Signore per l’enorme bene che ti ha concesso, nel farti comprendere che “una sola cosa è necessaria”» (Solco 454). Non c’è cristianesimo senza gratitudine! Questa elementare verità della fede è facile da comprendere per chi, come voi, ha ricevuto il dono della figliolanza spirituale da un santo!

3. Nello stesso aforisma di Solco, san Josemaría prosegue con queste parole che illuminano ulteriormente il significato della vita come vocazione: «Sii grato al Signore per l’enorme bene che ti ha concesso, nel farti comprendere che “una sola cosa è necessaria”. E, insieme con la gratitudine, non manchi ogni giorno la tua supplica, per coloro che ancora non lo sanno, o non l’hanno capito» (Solco 454).
In questo invito alla supplica troviamo la chiamata più elementare all’apostolato, alla missione: nessuno infatti può dire di non essere capace di supplicare! Nello stesso tempo ci viene svelata la ragione profonda del dono della fede: siamo stati chiamati, per pura misericordia di Dio, ad essere membri del Suo popolo santo e diventare così strumenti di elezione per la salvezza del mondo. E allora dal nostro cuore sgorgano le stesse parole che l’Apostolo Paolo rivolge ai Corinzi: «annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!» (Epistola, 1Cor 9,16).
Vocazione e missione. Questo è il volto compiuto del cristiano, del santo.

4. Carissimi, tutti noi siamo stati testimoni commossi del dono immenso che la Visita Pastorale del Santo Padre ha fatto alla nostra Arcidiocesi. Un dono che richiama ciascuno di noi ad una risposta piena di gratitudine e di ardore missionario.
Nel saluto alla cittadinanza in Piazza Duomo, Benedetto XVI ci ha detto: «Cari amici, la vostra storia è ricchissima di cultura e di fede. Tale ricchezza ha innervato l’arte, la musica, la letteratura, la cultura, l’industria, la politica, lo sport, le iniziative di solidarietà di Milano e dell’intera Arcidiocesi. Spetta ora a voi, eredi di un glorioso passato e di un patrimonio spirituale di inestimabile valore, impegnarvi per trasmettere alle future generazioni la fiaccola di una così luminosa tradizione. Voi ben sapete quanto sia urgente immettere nell’attuale contesto culturale il lievito evangelico. La fede in Gesù Cristo, morto e risorto per noi, vivente in mezzo a noi, deve animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, pubblica e privata».
Sono parole che il Successore di Pietro ha rivolto a ciascuno di noi, come eco dalla missione da lui ricevuta, poiché egli ascoltò dalle labbra del Redentore l’invito «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca» (Vangelo, Lc 5, 4).
Vi sono molto grato per il vostro apostolato nella Chiesa ambrosiana: penso soprattutto al ministero del Sacramento della Riconciliazione e all’ambito decisivo e delicato degli Atenei milanesi in cui siete presenti attraverso i Collegi, le Residenze universitarie e le altre opere educative. Con lo sguardo rivolto alla grazia straordinaria che il prossimo Anno della Fede porterà a tutti, Vi prego e Vi invito a rispondere al Signore, insieme all’Arcivescovo e a tutti i fedeli della Diocesi, con le stesse parole di Pietro: «Maestro… sulla tua parola getterò le reti» (Vangelo, Lc 5,5). Amen.

Giovedì 28 giugno

Giovedì 28 giugno
Centro di Porta Vercellina, 18

ore 19.45
Happy hour

ore 20.45
Filmato sul tema della famiglia negli insegnamenti di
S. Josemaria Escrivà


Evento aperto a tutti anche a mariti, fidanzati, fratelli o amici.

martedì 5 giugno 2012

Lezione di teologia

Giovedì 7 giugno alle ore 19.00
presso il centro di Porta Vercellina 18
si terrà la lezione di teologia di don Armando.

(Ricordiamo che Don Armando è disponibile tutti i giovedì dalle 17.00 circa,
riunioni permettendo)